Il sogno di costruire una rete Internet nel cielo è ad un passo storico, infatti Martedì ha presentato il primo UAV e sta spingendo inoltre la ricerca perchè si riesca ad aumentare la capacità dei laser che serviranno per trasmettere i dati tra il drone e terra.
Il lavoro per costruire questo drone è stato svolto in Gran Bretagna, ed è durato 14 mesi. Il drone realizzato pesa 880 grammi grazie ai materiali ultraleggeri ed è alimentato a energia solare.
Jay Parikh vice Presidente per l’ingegneria globale e le infrastrutture di Facebook ha spiegato ad una conferenza stampa presso la sede della società nella Silicon Valley:
“Abbiamo completato il piano N°1″ ha detto.
Facebook ha la sua attività principale nel Social Network più usato al mondo in cui conta 1,49 miliardi di utenti, ma si è posto l’obiettivo di raggiungere i restanti 4 miliardi al mondo attraverso il progetto internet.org che vuole portare internet e altri importanti servizi come per esempio la telefonia nei paesi fin ora isolati.
I droni sono parte di un progetto a lungo termine destinato a coloro che vivono lontano dalle torri cellulari e dalle linee in fibra ottica. Facebook sta lavorando ai droni, alla struttura della rete e alla risoluzione dei problemi che fin ora sono insorti, e ha dichiarato che condivideranno tutte le conoscenze che hanno ottenuto e otteranno dal progetto con le società di telecomunicazioni, costruzione di aeromobili e forse ai governi riguardo la costruzione reale e il generale funzionamento del sistema.
Google, rivale di Facebook per l’attenzione degli utenti riguardo internet sta portando avanti il suo progetto Project Loon per fornire accesso a Internet attraverso una rete di palloni che si trovano ad alta quota. Lo Sri Lanka ha annunciato che questa settimana ha firmato un patto per portare il progetto Loon nel paese, anche se Google ha detto che non si sono ancora definiti i dettagli.
Nella visione di Facebook migliaia di droni saranno lanciati nei cieli grazie a palloni aerostatici ad un’altezza di circa 18-27 mila metri,molto al di sopra dello spazio in cui aerei di linea, commercialie sistemi meteorologici volano. La rete formata dai droni sarà completata dai satelliti che già si trovano a circa 36000 kilometri.
Il lavoro che rimane da fare per completare il progetto è consistente, infatti rimane da risolvere il problema delle batterie che attualmente possono tenere in volo il drone per 3 mesi e i laser sono in fase di costruzione, che saranno il mezzo di trasmissione per i dati che viaggeranno per circa 11 miglia.
“Ci sono un sacco di parti in movimento che sono necessarie per svolgere il lavoro insieme per far si che la rete funzioni,” ha spiegato Yael Maguire, direttore di ingegneria presso il laboratorio di connettività a Facebook durante la conferenza stampa.
Un passo molto importante è stato compiuto grazie a Hamid Hemmati, un ex scienziato esperto di laser della NASA, che ha permesso a Facebook di capire come poter utilizzare un laser per trasmetttere informazioni alla velocità di diversi gigabit al secondo, circa 10 volte in più che permetteva la tecnologia fin ora utilizzata.
La società ha spiegato che uno dei motivi per cui Facebook ha avuto successo nello sviluppo di questo progetto è stata l’organizzazione, si sono creati molti gruppi di lavoro, per esempio uno per le batterie, che insieme al gruppo laser hanno scambiato i loro risultati con i gruppi che lavoravano all’intelligenza artificiale e con i data centers Facebook.
Facebook spera di velocizzare lo sviluppo rendendo disponibile molte delle sue ricerche insieme ad altre scoperte senza costi, una iniziativa simile ad un progetto Open Source, dove ognuno può creare del codice condividendolo con la comunità con un sistema di Git per esempio, un processo che Facebook ha già usato per la costruzione dei server.
La rete di droni è un progetto molto più grande e molto probabilmente porterà a scoperte in una più ampia gamma di settori.
“Portare la gente ad adottare una connessione Internet più veloce è il nostro obiettivo finale”, ha detto Parikh in un’intervista. “Se questo viene utilizzato da aziende automobilistiche, e ci torna indietro come batterie per droni più grandi, beh grande”.
Parikh ha detto inoltre che Facebook sarebbe anche disposto a condividere le informazioni con Google per aiutare gli sforzi per progetti “data-in-the-sky” di entrambe le aziende. “Ci piacerebbe collaborare”, ha detto, e non possiamo che sperare nella conclusione di questo progetto che aiuterebbe la parte di popolazione che ancora è esclusa dal mondo di Internet.
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